Trekking alla scoperta dei Laghi di Emilia

Tanti itinerari verso i laghi tra i colli piacentini e l'Appennino Tosco Emiliano

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  • Durata
    72 ore
  • Interessi
    Terme & Outdoor
  • Target
    Tutti
  • Prima tappa - Lago di Calamone e Lago della Bargetana (Reggio Emilia) Ventasso Laghi

    Il trekking nel reggiano non può prescindere dalla gita al Lago di Calamone, nel comune di Ventasso Laghi, autentica perla d’acqua in un’area oltre i 1300 metri di quota, punteggiata da gigli, orchidee e primule e dominata dal Monte Ventasso e dalla sua corte di faggi e conifere. Creato da esarazione glaciale e conosciuto fino al XIX secolo col nome della vetta che lo sovrasta, il lago fu per centinaia di anni al centro della leggenda – facilmente sfatata nel 1762 niente meno che dal biologo Lazzaro Spallanzani - che lo voleva comunicante con gli abissi marini. 

    Nella conca del Monte Prado, vale invece la pena di dedicare un giorno al Lago della Bargetana, silenziosa attrazione principale di un luogo incontaminato e circondato da uno degli angoli panoramici più suggestivi del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, con vista sul Monte Cusna. Da non perdere i piatti a base di funghi porcini - cucinati dalla maggior parte dei ristoratori e rifugi della zona - di cui è possibile assaporare tutte le sfumature.

  • Seconda tappa - I Cento Laghi (Parma) Prato Spilla

    Immediatamente sotto le cime più alte dell’Appennino Parmense sono circa venti i laghi di origine glaciale meta ideale per un’esperienza di trekking di una giornata tra il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e Parco Regionale dei Cento Laghi. Dal maggiore, il Lago Santo, al piccolo Lago del Bicchiere, per passare dai Lagoni ai Laghi del Sillara. E poi il Lago Verde, il Ballano, lo Scuro ecc...
    Come spesso accade, a rendere unica l’escursione è in realtà la camminata nel suo insieme che, partendo dai rifugi di Prato spilla, Lagdei o Lagoni, sale verso il crinale appenninico al confine tra Emilia e Toscana dove i faggi sono il preludio alla suggestiva alternanza cromatica di boschi, prati e brughiere di mirtilli. Dalle vette maggiori, è possibile godere di una vista che spazia dalla Lunigiana alle Alpi Apuane, fino al Golfo di La Spezia.
    Per una pausa, da non perdere le specialità a base di funghi porcini.

  • Terza tappa - Lago Bino e Moo, Lago Nero, Lago di Trebecco e Diga del Molato (Piacenza) Ferriere

    I piedi sono il mezzo di locomozione tradizionale per percorrere il Sentiero del Tidone, nell’area dei Colli Piacentini. Quando il Po si allontana, a diventare protagonista è il torrente che dà il nome alla valle: risalendolo in direzione della sorgente, ci si imbatte nella Diga del Molato, imponente opera terminata nel 1928 che ha generato il Lago di Trebecco, bacino artificiale lungo 2,5 km. 

    Tra le camminate da prendere in considerazione per una giornata di trekking targata Piacenza, meritano una menzione quelle in Val Nure verso il verdissimo Lago Nero – di origine glaciale – e alla volta del piccolo ma affascinante Lago Moo e del Lago Bino, straordinaria opera della natura, che lo ha diviso in due, decorando in estate la più grande delle porzioni con una meravigliosa pennellata di ninfee gialle. La camminata tra i meravigliosi specchi d’acqua aumenta l’appetito, che può essere soddisfatto assaporando i gustosi salumi DOP piacentini (coppa, pancetta e salame) e altre prelibatezze norcine come la mariola, presidio Slow Food.


Ultimo aggiornamento 27/08/2021


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