A spasso tra antiquari
Tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, le mille occasioni di Destinazione Turistica Emilia per i fan di vintage, antiquariato e modernariato.
Tre città, tre province, un unico territorio che riassume e sublima la vocazione turistica organica e multi tematica di anime diverse per storia e orientamento ma allo stesso tempo profondamente unite nella loro volontà di offrire percorsi percepiti come esperienze. Parma, Piacenza e Reggio Emilia: così vicine e così lontane, si potrebbe dire. Eppure, oggi come non mai decise a riscoprire quelle caratteristiche genetiche che giustificano la loro inclusione nella grande avventura di Destinazione Turistica Emilia, tutte con un ruolo da protagonista che trae forza dal confronto, dalla cooperazione e dalla complementarietà.
Già uniti di fatto attraverso enti specifici su fronti comuni come quello enogastronomico, quello naturalistico e quello relativo a una storia fatta di castelli e rocche, i tre territori riservano anche caratteristiche peculiari che meritano di essere scoperte e approfondite come parte di un percorso complessivo ricamato su una vera e propria trama di temi e motivi, da conoscere e amare in ogni stagione e in ogni momento.
Percorrendo le strade che attraversano la Bassa, dove la nebbia sottile che a tratti cancella le distanze e i confini, è diventata un elemento fondamentale del paesaggio e del processo di produzione di salumi conosciuti in tutto il mondo, le convenzionali linee di demarcazione geografiche vengono inghiottite da una filosofia e da una cultura che si intrecciano e salgono verso l’Appennino, come per offrire una visione d’insieme organica e avvolgente sulle prerogative che convergono in un unico grande oceano senza il mare ma ricco d’acqua. Dai borghi, dai Castelli del Ducato di Parma e Piacenza e dai manieri immersi tra i boschi e i calanchi delle Terre di Canossa, il panorama si allarga ad abbracciare profumi e sapori che sembrano lasciarsi trascinare dalla corrente del grande fiume Po, altro attore protagonista di una storia antica dal cuore contadino, che ancora oggi viene ricordata e tramandata nei percorsi del gusto disegnati dai Musei del Cibo – dedicati a prodotti come il Prosciutto o il Parmigiano Reggiano – dalla Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina o, ancora, da quegli spunti che la Food Valley d’Italia suggerisce a chi ama la buona tavola.
Queste tre terre sono come il frutto di un unico pensiero che corre lento al ritmo incessante di una natura fatta di file di alberi, raccolti nell’immaginario intento di formare una freccia verso quel cuore verde della Destinazione Emilia che prende la forma dei parchi naturali, delle riserve, dei laghi e dei boschi misteriosi disseminati per un paesaggio organico ma pieno di sorprese ed esperienze plasmate dalla tradizione. I giorni, forse addirittura il tempo stesso, sembrano seguire un ritmo peculiare e indifferente alle leggi comunemente accettate. Forse è quello della musica, degli intervalli, delle pause che punteggiano gli spartiti di Verdi e Toscanini e che hanno finito per dettare la cadenza di un lavoro duro ma pieno di armonia, in cui anche l’atto di sporcarsi le mani per scoprire un nuovo callo diventa parte di una sinfonia affascinante e placida, scossa da crescendo che si innalzano al cielo come le cupole affrescate dal Correggio e dal Pordenone, sulle quali sventola idealmente la bandiera italiana nata proprio a Reggio Emilia.
Destinazione ma anche punto di partenza e di passaggio, penetrato da ampi tratti di antichi cammini di pellegrinaggio e da itinerari da percorrere in sella a biciclette da strada e mountain bike, moderni ed ecologici destrieri che scivolano lungo il fiume o sui sentieri di montagna, tra i tronchi di alberi immobili che lasciano il posto alle pievi, alle rocche e alle oasi termali, in cui rilassarsi dopo una partita a golf, un weekend invernale sugli sci o una giornata trascorsa tra gli stand dei poli fieristici che traducono in un linguaggio contemporaneo i verbi e i vocaboli di quella che è da sempre una terra del fare.
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